
Non leggo libri di autori francesi, non li reggo, anzi li detesto. Non ho mai sopportato quel senso di superiorità che si attribuiscono da soli i francesi, si sentono dieci cazzi e mezzo, il popolo eletto, il centro dell’universo. Alcuni autori francesi li ho letti quando ero più giovane e devo dire che Camus, Sartre e Simone de Beauvoir mi piacevano parecchio. Ho letto «Lo Straniero», poi «La Nausea» e «Memorie di Adriano», tre libri di cui conservo piacevoli ricordi. Poi sono stato a Parigi per lavoro. Mi sono fermato li per più di un mese ed ho cominciato ad odiare i francesi. I camerieri mi ignoravano sempre, le persone mi guardavano in maniera giudicante ed anche le persone con cui dovevo collaborare mi trattavano con sufficienza. Pensavo che in me ci fosse qualcosa che non andava, poi invece ho capito che sono i francesi ad essere malati gravemente. Tornando a casa ho deciso di non leggere mai più nulla fosse stato scritto da un francese, ma forse è stata un’idea stupida.